Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia
Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia

9 April 2024

Linee guida per il riordino dei bonus fiscali e sanatorie per la riqualificazione delle abitazioni veronesi

Tra le indicazioni contenute nel documento preparato dalla Commissione Agevolazioni fiscali vi è l’inserimento di nuovi parametri e percentuali sui massimali di incentivo, il ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura per i cittadini meno abbienti e dei criteri per sanare le piccole difformità edilizie o quelle di vecchi fabbricati. 

Il presidente Limoni: “Gli obiettivi europei sull’efficientamento degli edifici saranno un obiettivo difficile da raggiungere senza incentivi fiscali e strumenti finanziari per il miglioramento del parco edilizio esistente”.

Verona, 9 aprile 2024 – Riordino dei bonus fiscali, ripristino della cessione del credito e dello sconto in fattura per i cittadini meno abbienti e condomini costruiti oltre 20/25 anni fa e indicazione di criteri per sanare piccole difformità edilizie o quelle di vecchi fabbricati. La Commissione Agevolazioni fiscali dell’Ordine Ingegneri di Verona e provincia ha preparato, dopo oltre un anno di lavoro, un documento contenente proposte per il recupero del patrimonio edilizio abitativo e per il rilancio dell’economia del settore, rivedendo con maggiore equità i bonus fiscali per la riqualificazione degli immobili al fine di beneficiare delle detrazioni fiscali.

Oggi il documento è stato presentato alla stampa nella sede dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia dal presidente Matteo Limoni, dal coordinatore della Commissione Agevolazioni fiscali dell’Ordine Frediano Dabellan e dalla consigliera referente della Commissione Alice Bernabè.

“Dopo lo stop del Governo alla cessione del credito ed allo sconto in fattura relativamente agli incentivi fiscali per le riqualificazioni edilizie, la scorsa settimana il Ministro Salvini ha lanciato la proposta di un decreto per sanare le difformità degli immobili. Già altre associazioni di categoria veronesi si sono espresse in merito con considerazioni condivise anche da noi ingegneri e sulle quali abbiamo nuove proposte contenute in un documento”, spiega il presidente Matteo Limoni che aggiunge “crediamo che gli obiettivi europei sull’efficientamento degli edifici, siano un obiettivo difficile da raggiungere se non vi saranno più incentivi fiscali e strumenti finanziari per il miglioramento del parco edilizio esistente. Inoltre, se è vero che le piccole sanatorie riguarderebbero gran parte degli edifici esistenti, è altresì vero che l’economia edilizia non si rimette in moto sanando tramezze interne o scantinati”. 

Per garantire la rimessa in moto dell’edilizia fermata dalle ultime misure del Governo, diventa necessario che le imprese e i professionisti lavorino su riqualificazioni sismiche ed energetiche rilevanti, dove le opere mettano in circolo materiali, macchinari e soluzioni che coinvolgano tutto l’indotto e la filiera delle imprese legate all’edilizia.

“Le sanatorie – commenta Frediano Dabellan – potrebbero incrementare il mercato immobiliare con nuovi edifici immessi sul mercato, ma parliamo in buona parte di fabbricati completamente da riqualificare, che non sappiamo se nel post-vendita verranno migliorati, mantenendo così lo ‘status quo’ e lasciando le nostre città piene di edifici esistenti vecchi e magari pericolosi. Il documento proposto ha lo scopo di rivedere con maggiore equità l’utilizzo della cessione del credito o dello sconto in fattura, introducendo delle possibilità di sanatoria che però siano funzionali alla riqualificazione degli immobili ed alla possibilità di beneficiare delle detrazioni fiscali. Il tutto con la supervisione di tecnici asseveratori come noi ingegneri a garanzia dell’effettiva realizzazione delle opere nel rispetto degli importi e criteri stabiliti”.

Aggiunge Alice Bernabè: “Nel documento è prevista un’approvazione iniziale dell’Agenzia delle entrate sulla tipologia di lavori e sugli importi su cui si vuole beneficiare degli incentivi fiscali, al fine di avere certezza sul buon esito dell’operazione una volta realizzata la riqualificazione degli immobili e non di vivere nell’incertezza come è avvenuto con il Superbonus che demanda solo alla fine i controlli degli enti competenti che possono contestare gli incentivi una volta pagate tutte le opere. Questa prassi fungerebbe anche da garanzia nei confronti degli investitori e delle banche che potrebbero finanziare gli interventi senza ulteriori complicazioni documentali e senza brutte sorprese sul risultato atteso”.

“Crediamo – conclude Limoni – che queste proposte aiuterebbero tutto il comparto dell’edilizia ed il mercato immobiliare puntando su edifici rinnovati in qualità, sicuri e meno energivori. Prossimamente è nostra intenzione presentare questo documento ai rappresentanti della politica ed a tutti gli stakeholders del mondo delle costruzioni, organizzando un evento divulgativo e di confronto”.

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