9 October 2023
Mobilità a Verona: sfide e soluzioni per una città’ metropolitana. Convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri nella Rassegna Open 100
Verona, 6 ottobre 2023 – Un veicolo su quattro a Verona percorre meno di tre chilometri di spostamento. Il sistema della mobilità nella nostra città e provincia è autocentrico, cioè basato sull’uso quasi esclusivo dell’auto privata e non multi-modale, ossia con la scelta del mezzo di trasporto più adeguato al tipo di spostamento. Si crea, pertanto, un’occupazione di spazio pubblico tale da creare traffico congestionato nelle ore di punta in città e non solo, riduzione della qualità della vita, costi sociali derivanti dagli incidenti, inquinamento acustico ed atmosferico. Per una città metropolitana, servono politiche adeguate per rivedere e migliorare le attuali modalità di trasporto, che sono diventate non più sostenibili ed inefficienti nel contesto attuale. Il futuro del trasporto urbano è quello della cosiddetta città intelligente (smart city) o della città saggia (wise city) in cui l’utente assume il ruolo centrale e la tecnologia diviene strumentale. Ma per arrivare a questo traguardo servono professionisti e tecnici in grado di affrontate le sfide di tale cambiamento.
Questo, in sintesi, le tematiche emerse durante il convegno “Gli ingegneri e il futuro della mobilità a Verona” organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Verona oggi nella propria sede al Magazzino1 in via Santa Teresa 12.
“L’evento apre, nel centenario dell’albo professionale, la decima edizione della Rassegna Open 100 “Crea-Attività”: saranno dieci eventi suddivisi in tre convegni, sei seminari e una visita tecnica per un dialogo aperto tra gli ingegneri, addetti ai lavori e cittadini sul futuro di Verona. Il titolo del ciclo d’incontri Open, in programma da oggi 6 ottobre 2023 al 19 gennaio 2024 nella sede dell’Ordine, racchiude in sé il racconto del contributo progettuale e operativo dell’ingegneria allo sviluppo della città”, ha sottolineato Valeria Reale Ruffino, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri e coordinatrice della Rassegna.
Il tema della mobilità è spesso divisivo anche tra i professionisti addetti ai lavori: c’è chi pone l’attenzione sul traffico veicolare, sulla congestione e sui ritardi ai nodi, altri evidenziano criticità legate alla mobilità ciclo-pedonale, o al trasporto pubblico, altri ancora mettono al primo posto la sicurezza stradale, le zone a 30km/h, la qualità urbana. Ne emergono soluzioni diverse, priorità diverse per problemi diversi analizzati durante l’incontro.
Lo stato, lo sviluppo e l’evoluzione del territorio veronese negli ultimi 30 anni, in relazione all’entrata in esercizio delle principali infrastrutture urbane ed extraurbane è stato il tema sviluppato da Guido Rossi, ingegnere dei trasporti, Ph.D. e componente della Commissione Trasporti e Viabilità dell’Ordine degli Ingegneri di Verona. “Capire come si è evoluto il sistema per capire come si svilupperà è un punto fondamentale per comprendere che non è più possibile ragionare in termini di singoli ambiti urbani slegati ma siamo ormai al cospetto di una vera e propria area metropolitana, nella quale ogni perturbazione produce effetti su tutti gli elementi: ad esempio una coda in tangenziale, a Verona nord, ha effetti quasi immediati sulle rete urbana cittadina; una nuova lottizzazione logistica o commerciale può avere ripercussioni sull’intera rete periurbana. Ragionare in termini di area metropolitana fa cambiare completamente l’analisi e la visione e pone nuove importanti questioni”. Servono anche Governance, investimenti, tecnici e condivisione.
Michele Fasoli, dirigente responsabile del settore Mobilità e traffico, Strade e Giardini del Comune di Verona, Giorgio Zanoni: ex dirigente responsabile del settore Mobilità e traffico, Strade e Giardini del Comune di Verona hanno affrontato invece il tema di come sia stata gestita e pianificata la mobilità ed il traffico, in ambito cittadino, fino ad ora. Ma soprattutto quali siano le reali criticità che questi strumenti di pianificazione si sono proposti di superare.
“Strategie per superare il modello auto-centrico in favore di un modello multi-modale” è stato l’intervento di Francesco Seneci, ingegnere trasportista e componente Commissione Trasporti e Viabilità dell’Ordine degli Ingegneri. “Abbiamo la necessità di modificare il paradigma della mobilità: – ha spiegato Seneci – da un modello autocentrico ad un modello multimodale o, parafrasando Janette Sadik-Khan, ex assessore al trasporto di New York, dalla libertà di poter guidare ovunque, alla libertà di poter andare ovunque senza auto. Per fare questo servono nuove politiche e nuovi comportamenti. Sono necessarie politiche di incentivo all’uso di mezzi diversi dall’auto e a nuovi modi di fruire dell’auto (car pooling, car sharing) necessariamente abbinati a forme di disincentivi all’uso dell’auto. Non è più possibile pensare di risolvere i problemi e le disfunzioni dei sistemi di mobilità della nostra città inseguendo la domanda di spostamenti in auto con incremento dell’offerta: è provato che tale scelta provoca ulteriore aumento della domanda ricreando altrove o in momenti successivi le medesime criticità amplificate”.
Riccardo Rossi, professore ordinario di “Tecnica ed Economia dei Trasporti” e “Teoria e Tecnica della Circolazione” dell’Università degli studi di Padova, Facoltà di Ingegneria si è focalizzato sul ruolo dell’ingegnere civile trasportista nell’ambito della pianificazione, gestione dei sistemi di territorio e trasporto del prossimo avvenire. “L’evoluzione dei sistemi territoriali, accompagnati dalla forte spinta proveniente dagli avanzamenti tecnologici, impone di considerare nell’offerta formativa degli atenei nuove prospettive che consentono agli studenti e alle studentesse di formarsi sia in ambiti propri dell’ingegneria dei trasporti tradizionale sia in ambiti disciplinari trasversali e complementari. La mobilità come servizio (Mobility as a Service), la progressiva introduzione dei veicoli a guida automatizzata/autonoma, l’utilizzo dei veicoli condivisi (bike sharing, car sharing, car pooling), la spinta verso forme innovative di micromobilità, la trasformazione in atto orientata verso l’impiego sempre crescente di veicoli elettrici assieme all’ampio spettro di possibilità offerte dalla tecnologia informatica e delle telecomunicazioni sono solo alcuni fattori che stanno portando ad nuova forma della mobilità soprattutto in ambito urbano: la smart city (città intelligente) o meglio ancora la wise city (città saggia), in cui l’utente assume il ruolo centrale e la tecnologia diviene strumentale, è ciò a cui dobbiamo pensare preparando i tecnici del futuro (questo è anche il ruolo dell’Università) ad affrontate le sfide che un tale cambiamento impone”.
Alla tavola rotonda moderata da Guido Rossi e Francesco Seneci sono intervenuti Elisabetta Pellegrinicome rappresentate della Struttura tecnica di missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza. “Quando sono nate le città metropolitane, – spiega Elisabetta Pellegrini – Verona era rimasta esclusa per la dimensione. Oggi, alla luce delle sinergie positive che in certi ambiti, come quello del trasporto, di connessione tra urbano ed extraurbano essere Verona metropolitana potrebbe portare un valore aggiunto se correttamente gestito: ragionare come un’entità unica, considerare in maniera univoca l’intero territorio non limitandosi ai confini dei comuni”.
Alla tavola rotonda ha partecipato Riccardo Rossi come rappresentante del mondo Universitario, per AMT3 è iil presidente Giuseppe Mazza, per ATV il direttore dei Servizi Tecnici Antonio Piovesan. Per il Comune di Verona era presente il dirigente responsabile del settore Mobilità e traffico, Strade e Giardini del Comune di Verona Michele Fasoli.
È intervenuto anche Tommaso Ferrari, assessore alla Transizione ecologica, Ambiente, Mobilità del Comune di Verona che ha sottolineato: “La mobilità nella nostra città è un tema centrale e critico. Dobbiamo investire di più sull’intermobilità per dare ai cittadini alternative al mezzo privato per spostarsi. Serve un rafforzamento del trasporto pubblico, e i cantieri della filovia sono in questo senso, e dall’altra parte una grande infrastrutturazione per una rete ciclabile sicura. Dobbiamo offrire valide alternative per spostarsi in città: ne va della qualità urbana, della salute e di una mobilità più efficiente”.
Nelle foto l’Ing. Guido Rossi durante il suo intervento e l’ing- Francesco Seneci.